Livre majeur d'un poète mort jeune, Il mio Carso (Mon Karst), évoque le haut-plateau calcaire qui fait le lien, autour de Trieste, entre le nord-est italien et le nord-ouest croate. C'est son oeuvre la plus importante, le seul roman de sa brève carrière littéraire, prématurément interrompue par la guerre. Il s'agit d'un parcours au ton lyrique qui forge ce que l'on peut nommer son autobiographie intellectuelle et morale. D'une écriture d'une grande douceur, le récit témoigne du cheminement de l'auteur, exalté tel un artiste en devenir, confiant en ses capacités et en son égo. Le narrateur sera foudroyé par le suicide de son amante, Anna Pulitzer. Ravagé, il est alors amené à s'interroger sur son existence et à souhaiter un cadre existentiel bâti sur des principes plus essentiels
Henrik Johan Ibsen è nato il 20 marzo 1828, l'anno di Tolstoi, a Skien, nel Telemarken (Norvegia sudorientale), una delle provincie più ricche di tradizioni e costumi, dove l'epico Sigurd è diventato uomo e eroe popolare.
Skien è oggi una città commerciale e industriale di 12 mila abitanti, centro sempre più importante di linee fluviali e marittime, unita con la ferrovia a Cristiania. Allora era un borgo di provincia, congiunto con un canale al Frierfiord e al mare, di cui viveva, esportando soprattutto il legno tagliato dalle sue segherie idrauliche, e da cui gli arrivavano le notizie del mondo. Skien ha forti tradizioni religiose; nel settecento fu uno dei centri del movimento pietisti...
Vorrei dirvi: Sono nato in carso, in una casupola col tetto di paglia annerita dalle piove e dal fumo. C'era un cane spelacchiato e rauco, due oche infanghite sotto il ventre, una zappa, una vanga, e dal mucchio di concio quasi senza strame scolavano, dopo la piova, canaletti di succo brunastro.
Vorrei dirvi: Sono nato in Croazia, nella grande foresta di roveri. D'inverno tutto era bianco di neve, la porta non si poteva aprire che a pertugio, e la notte sentivo urlare i lupi. Mamma m'infagottava con cenci le mani gonfie e rosse, e io mi buttavo sul focolaio frignando per il freddo.
Suivi de Les dauphins de Scipio Slataper, par Biagio Marin